Gino Bartali e quei documenti nascosti nel tubo della bicicletta
C’è anche un tubo, ovviamente della bicicletta, tra i ricordi più significativi di Gino Bartali, il cui ventennale della scomparsa è ricorso il 5 maggio 2020. Più che un ciclista un mito: vinse tre Giri d’Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948), oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta, fu protagonista dalla storica rivalità con Fausto Coppi che segno l’immaginario italiano del dopoguerra.
Nel 2013 è stato dichiarato “giusto tra le nazioni” per la sua attività contro i nazifascisti e in favore degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Portava da Firenze ad un convento di suore ad Assisi, nascosti nei tubi della bicicletta, documenti falsi destinati agli ebrei, con i quali cambiavano identità e si salvavano dai rastrellamenti dei nazifascisti. “Ricevevo quei documenti dal Cardinale di Firenze Elia Della Costa e dovevo portarli ad Assisi. Ero vestito da corridore. Sembravo in allenamento. Più volte lungo la strada sono stato fermato. Ma poi i fascisti mi riconoscevano e ripartivo senza essere controllato” racconterà anni dopo.